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“Si va in pellegrinaggio a Lourdes, perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere, perché l'ammalato è il tabernacolo abbandonato dove noi troviamo Gesù” Roberta

“Lourdes. È un luogo e un’esperienza dove c’è soprattutto presenza: quella degli ammalati, quella dei pellegrini, quella dei volontari che prestano servizio al Santuario, quella dei lontani che incuriositi o bisognosi vanno per vedere cosa si prova; e poi una presenza silenziosa e profonda, quella di Maria” Ilaria

“Commuove la gioia di una conversione senza miracolo annesso, con una malattia invalidante che non dà segni di arretramento. Che senso ha tornare qui per tutti questi anni a Lourdes? “È una domanda che si fanno tutti, ma la fede è un’esperienza. Torno perché sento che il miracolo avviene ogni anno. Venire qui è rinascere. Questo ci dà la forza di portare la croce. Portarla, non trascinarla” Federico

"La felicità è la presenza di chi si interessa a loro con gesti gentili, con parole e sorrisi. Sono proprio quei sorrisi, quei battiti di ciglia, quegli occhi “luminosi”, quella calde mani che mi fanno ogni volta fermare e riflettere sul dono della vita e che danno senso al mio “eccomi”. A Lourdes, con lo sguardo alla grotta e nei corridoi del Salus mi sono resa conto che sono loro, nella disabilità, che fanno qualcosa di grande per me” Laura

“Il miracolo è nella serenità dei momenti difficili. L’abbandono che ti fa dire: “Signore fammi vivere al meglio anche questo giorno per stare con le persone che amo”. Tutto questo è un dono. Tutto questo è il vero miracolo!” Barbara